venerdì 26 settembre 2008

Cavalli "difficili"? Facili come puledri!


Spessissimo vengo contattato per la risoluzione di problemi nella gestione di cavalli "difficili".

In genere il problema è rappresentato da un percepito. Ognuno di noi percepisce e interpreta diverse realtà. La realtà è un qualcosa di soggettivo, rappresentato dalle nostre esperienze, dai nostri vissuti, dalla nostra attitudine mentale e dalle nostre convinzioni e credenze.

Un cavallo può essere problematico con diverse sfumature, in base a chi osserva il problema.

Per questo, quando vengo contattato per intervenire in questi casi, evito di scavare tra i racconti del proprietario, evito di scavare nel passato di quel cavallo, al fine di trovarmi di fronte al cavallo con mente sgombra, così come accade quando lavoro con i puledri.

Lavoro il cavallo adulto considerato "difficile", come se mi trovassi dinanzi ad un puledro. Mi interessano i comportamenti espressi oggi, non guardo al passato.

In questo modo il mio atteggiamento mentale si dispone nel giusto modo e posso applicare tutto il sapere ed il saper fare, applicando i concetti relativi all'apprendimento condizionato, emotivo e cognitivo del cavallo.

Saper essere persona di cavalli non è una cosa accessibile a tutti. Le competenze sono le più varie e le strategie di soluzione risultano essere sempre le più diverse.

Ma vi assicuro che lavorare con cavalli "complessi" è un'esperienza che opera sempre grandi cambiamenti in noi stessi.

Per me ogni cavallo "difficile" è stato reso tale dall'essere umano.

Non esistono "cavalli difficili", esistono solo cavalli confusi dall'arroganza e dall'ignoranza dell'uomo

Ciao!

Francesco De Giorgio

2 commenti:

Alex ha detto...

Intanto, grazie per aver aperto questo nuovo spazio! E per averci subito avvisati, noi della "pattuglia barefooters".

Riguardo al tema del tuo articolo, sono pienamente d'accordo sul fatto che spesso i cavalli difficili sono solo cavalli confusi, o a cui è stato involontariamente insegnato ad essere "difficili".... Tuttavia, molto, molto raramente, anche uno dei miei autori preferiti, Rashid, afferma di essersi trovato di fronte ad un caso "unfixable". Io penso sia un evento rarissimo, ma al solito mi piacerebbe un numero... nella tua esperienza, fra tutti i cavalli difficili, quale potrebbe essere la percentuale di quelli "irrimediabilmente" compromessi dal punto di vista mentale?

Francesco De Giorgio ha detto...

In tanti anni e tra tanti cavalli presunti "difficili", anche io ho trovato il mio caso "unfixable", non solo relativo al cavallo, ma anche alla proprietaria.
Direi stessa percentuale di Rashid.
Direi però che in generale una percentuale attendibile su un ipotetico numero di 10.000 casi, potrebbe essere quella dello 0.1% o poco meno. Chiaramente tutto dipende dalle aspettative del proprietario, dalla competenza del coach che affianca cavallo e persona nell'affrontare la situazione, dagli obiettivi che siano sfidanti ma raggiungibili, dal codice etico del coach.